Nonna Carmela e il nipotino Vittorio si esercitano nella formattazione di un testo. La docente ha consegnato ai tutor un documento, completo con testo, forme, tabelle e immagini ed ha invitato loro a realizzarne una copia in Word insieme ai nonni.

La docente spiega ai nonni come realizzare il lavoro finale che consiste nella costruzione di un album di figurine digitali sui giochi di un tempo.

Nonno Antonino trova questa poesia scritta da un nonno sulla trottola.

Ti ho ritrovato in una cassapanca

vecchio paloggio dalla punta aguzza

e dal legno scrostato per i colpi

che davi e ricevevi nelle risse.

Ti ho rivisto con gli occhi del fanciullo

che ti avvolgeva nello spago, attento,

e ti lanciava con la mano ferma

facendoti ruotare.

Non chiamatelo trottola, vi prego.

La trottola è un giocattolo rampante

scintillante di luci e di colori,

da far girare nelle stanze chiuse.

Si prendeva una ruota di bicicletta, allora non c’erano tante macchine, per spostarsi si usavano le biciclette, le cui ruote con l’uso si danneggiavano e venivano cambiate, i ragazzi le prendevano e le usavano per giocare. Sapete che la ruota della bicicletta ha un incavo, noi ragazzi con una bacchetta messa in quell’incavo spingevamo la ruota e facevamo delle gare di velocità.

Si costruiva una rotella di legno, poi si prendeva una grossa canna che veniva tagliata in modo da poter inserire la rotella di legno con un chiodo che faceva da perno e si andava in giro facendo girare la rotella sulla strada.

Per giocare si utilizzavano le noccioline. Si stabiliva una linea di partenza e a distanza di due metri circa si faceva una fossetta, non molto grande, poi ogni giocatore allineava alla linea di partenza tre noccioline e il giocatore sorteggiato doveva far arrivare con un lancio fatto con il pollice e l’indice le noccioline nella fossetta, e se sbagliava il gioco passa al giocatore successivo.

Si disegnava a terra un grande rettangolo diviso in otto o dieci quadrati o rettangoli ai quali si dava un numero. I numeri venivano stabiliti secondo un ordine crescente. La forma la si poteva improvvisare.

"A sciunna" si costruiva con un pezzo di ramo biforcuto, elastici e pezzetto di pelle per il sostegno delle pietre, che venivano dirette ad uccelli, pali della corrente elettrica e purtroppo a volte anche finestre o persone.