1 marzo • Shortlink
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Last updated by carla renieri - Fri, 02/03/2012 - 14:44La partenza sembra qualcosa che ormai é arrivata alla fine. Se guardo indietro sono rimaste solo le nuvole durante il volo, il cielo bianco e il sole che non mi ha lasciata neanche un momento. Ho davvero avuto la sensazione di viaggiare nel tempo, non c'erano piu' secondi o minuti universalmente comprensibili lassu'.
Ricordo che sentivo tanta tristezza per le cose che mi ero dimenticata di fare, arrivavano tutte insieme le parole, le raccomandazioni forse, e mi sentivo triste perché alcuni ricordi stavano svanendo.
Non li volevo lasciar andare.
Poi sono scesa dall'aereo, sentivo la stanchezza del volo, non vedevo l'ora di sgranchirmi le gambe e sciogliere qualche nodo alla gola. Poi nel corridoio mi ha letteralmente spazzato via tutto una folata di vento caldissimo. Credo che questo sia il Brasile e come ti accoglie San Paolo.
Ti abbraccia da subito senza nemmeno darti il tempo di presentarti. Non gli interessa nemmeno.
Credo di non essere mai stata cosi' leggera negli arrivi in posti nuovi.
Gisella é la morettina alta alta e magra che teneva un numero di Viraçao mentre mi aspettava all'uscita dell'aeroporto. Un benvenuto caldissimo e siamo salite in macchina; abbiamo attraversato insieme la 'minha' nuova San Paolo e ora penso che ricordero' sempre il profumo caldo nelle narici, le luci, le case basse e colorate del primo quartiere incontrato.
Poi abbiamo raggiunto Evelyn al centro educativo. Erano le otto di sera ormai, io ero completamente fuori dal mondo, non avevo orologio, non avevo niente, solo una valigia/casa da trascinare dietro e lo zaino in spalla. C'era una musica molto forte al pian terreno, circondato da vetrate, muri colorati e colmo zeppo di ragazzi. Siamo salite insieme, Gisella si é affacciata in una stanza e dopo poco mi si é fatto incontro un sorriso che aveva piu' denti di quanti io ne abbia mai visti in vita mia. Evelyn. Direi che é esattamente come la marmellata di more. Non ci sono altre immagini che renderebbero cosi' bene l'idea che ho avuto di lei in quei pochi secondi.
Qualche scambio di parole poi sono entrata anche io, mi sono messa a sedere con gli altri e ho partecipato alla mia prima riunione "paulista".
Si trattava di un incontro per la creazione di un gruppo di lavoro intorno a Rio + 20. Non so spiegare da cosa dipenda precisamente, ma la cosa che mi lascia ogni volta a bocca aperta é la velocitá delle idee di queste persone che parlano portoghese. Non é stato per niente facile seguire il filo del discorso e riuscire a capire qualcosa di tutto quello che veniva detto. Ma si capiva perfettamente che se ci sono, se nascono idee, é dal loro scambio e incontro che si realizzano concretamente in azioni.
Stamattina il mio tutor mi ha un po' ripresa... "Non aspettare, scrivi subito dell'odore che hai sentito!'.
Sono a Vira in questo momento, mi passano intorno persone, non riesco a tenere ancora il filo dei miei pensieri.
Non posso stare qui a parlare di quello che ancora deve succedere. Non sono neanche sicura che il diario di bordo sia quello che fa davvero per me. Forse é solo un modo di stare e raccontare che devo ancora inventarmi intanto che sono qui. Vorrei riuscire a pubblicare qualche foto che ho scattato da ieri... ma come al solito, di tutte le cose importanti che potevo lasciare c'é anche il cavo per il trasferimento sul pc! Non mi stupisco piu' di me stessa... ma una soluzione al problema la troviamo.
Stamattina il caffé usciva sicuro dalla macchinetta, il cane di casa mi ha fatto compagnia mentre scattavo le foto dell'ingresso bianco e blu che dá sulla rua. Sembrava tutto familiare. Non stava scritto da nessuna parte che la partenza e l'arrivo sarebbero stati facili. Ma come giá era accaduto, mi sono lasciata andare all'inconseguente. Forse non mi é andata cosí male.
Tra pochi minuti ci sará un laboratorio sulle arti visive con un gruppo di giovani di Viraçao. Mi preoccupa tanto non essere riuscita ad imparare come avrei voluto il portoghese. So che in ogni caso non ho perso tempo fino a questo arrivo. Ho imparato tanto altro. Anche la scoperta del coraggio della solitudine, di partire e scommettere la bellezza.
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